Stelle fluorescenti illuminano
appena distorte la volta del cielo,
sopra le nostre teste appese
a un filo di luna argentata
come carta stagnola accartocciata
dopo vani tentativi sporchi
labile il tuo volto
in una serale telefonata
vedo e cado
da questo cielo trapezoidale
con ansia mescolata al veleno
che lento
scorre nei nostri neuroni
vedo e cado
da questa stretta finestra
dimensioni oniriche ridotte
a sterile immagine
da mosse violente
vedo e cado
cado e non vedo
vedo e cado di nuovo
NON TI VEDO
più.
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